Il secondo laboratorio sulle disabilità visive del progetto Paesaggi visivi e sonori si è svolto a Orani presso il Museo Nivola, gestito dalla Fondazione Costantino Nivola nata a Orani nel 1990 per iniziativa della Regione Sardegna, del Comune di Orani e della famiglia dell’artista.
Il laboratorio teorico-pratico di sensibilizzazione sulle disabilità visive nasce con l’intento di far conoscere il mondo delle disabilità visive agli operatori museali e della cultura in genere. La più conosciuta cecità e l’ipovisione sono condizioni distinte per le quali sono necessari accorgimenti diversi. Nel corso di questo laboratorio si è voluto dunque porre l’accendo sulla molteplicità che contraddistingue le disabilità visive. Per i Paesaggi visivi e sonori di Orani sono stati contattati gli operatori del Museo Nivola e gli operatori dei punti informativi e turistici comunali del paese.
La parte teorica sulle disabilità visive è stata accompagnata da un laboratorio sensoriale che ha permesso agli operatori di sperimentare la percezione del mondo senza l’uso della vista. Manipolare, odorare e ascoltare, descrivere e dare indicazioni solo verbali. Lo scopo è far comprendere l’esperienza della persona con disabilità visiva nel corso di una visita al museo. La sperimentazione sensoriale permette di avvicinarsi alla comprensione di quanto cambia la percezione del mondo senza l’uso della vista.
Nel corso del secondo incontro pratico con gli operatori del Museo Nivola di Orani, grazie alla guida di Nina Di Leo dell’associazione di promozione sociale Integrattivando e alla presenza di Antonello e Paola dell’ANPVI Cagliari – Associazione Nazionale privi della vista e ipovedenti – gli operatori del museo si sono potuti confrontare con le esperienze dirette di una persona cieca e una ipovedente grave.
Antonello è cieco dall’età di 45 anni e si sta abituando ora all’utilizzo del bastone pieghevole per non vedenti: per lui si tratta di uno strumento col quale comunicare agli altri la sua disabilità visiva e porsi in maniera propositiva verso chi è interessato a facilitare le sue attività quotidiane nel mondo esterno:
chiedere alla persone che vivono situazioni di disabilità è il miglior modo di conoscerle ed offrire loro i servizi più adeguati
Paola è ipovedente e l’ipovisione è purtroppo poco conosciuta: per un ipovedente il colore rosso di solito prevale e la luce calda è l’unico modo per sfruttare il residuo visivo. Queste informazioni dovrebbero essere tenute a mente nella progettazione di uno spazio culturale accessibile a tutti. Sono molti i miti da sfatare sulla condizione dei disabili visivi e molti di questi possono essere superati con alcuni accorgimenti. Per esempio la visita in un museo per una persona ipovedente dev’essere affiancata da una guida che sia informata su queste specificità, che sappia adeguare la collezione esposta alle sue esigenze: didascalie chiare e ben dimensionate, testi leggibili e descrittivi, illuminazione calda e non troppo accesa, audio pulito e preciso.
Quali misure adottare in un museo per permettere ai non vedenti di fruire delle opere e degli spazi museali?
Il museo è un luogo spesso lontano dal mondo dei non vedenti, l’impossibilità di toccare le opere o di avere a disposizione qualcuno che le descriva in maniera accurata rende la visita dispersiva e poco piacevole. Ma “non tutto si può toccare”, come nel caso delle sculture di Costantino Nivola: opere realizzate con la tecnica del sand-casting – letteralmente tecnica della colata in sabbia – oppure opere di grandi dimensioni come Madre, situata nel cortile del museo. Per un non vedente e un ipovedente la percezione tattile aiuta a comprendere il materiale e offre informazioni su forme e grandezze, ma spesso il tatto non basta. Una soluzione ideale è quella dei modelli tattili: riproduzioni in scala che permettono di percepire l’intera opera: la sua forma, le sue spigolosità o curvature, in alcuni casi anche i materiali di cui è composta.
I modelli tattili e delle guide fisiche o audio guide che descrivano nella maniera più curiosa e accurata ciò che le persone cieche non possono vedere con gli occhi, ma possono percepire con la loro mente e la loro immaginazione, sono alcune delle indicazioni offerte da Antonello e Paola agli operatori del Museo Nivola:
l’entusiasmo della persona che mi sta descrivendo un’opera mi permette di vederla.
E nel corso della visita al Museo Nivola è successo proprio questo: la passione con la quale Sergio Flore, il Responsabile della mediazione e dei servizi educativi del museo, ha accompagnato Antonello e Paola alla scoperta di Costantino Nivola e della sua arte sono il giusto strumento per rendere accessibile anche un museo “difficile da toccare”.
Tra i partecipanti erano presenti anche le operatrici dell’accoglienza turistica comunale che fanno conoscere il paese ai visitatori attraverso le numerose opere di Costantino Nivola disseminate per le sue vie: dalla facciata della chiesa di Nostra Signora d’Itria ai murales e manifesti fotografici a testimonianza del lavoro dell’artista. In questo caso l’opzione “toccare” è difficile da mettere in pratica e dei modellini tattili della chiesa o di alcune sculture sarebbero l’ideale per offrire al disabile visivo una piena accessibilità al patrimonio artistico di Orani.
La parola d’ordine è “adattamento”: da parte delle strutture e degli operatori per accogliere ed offrire i servizi adeguati e da parte dei disabili per proporre la propria voglia di cultura come una necessità non derogabile e la propria condizione come qualcosa da far conoscere e comprendere.
Il risultato di queste 10 ore di lavoro sulle disabilità visive sono riassunte in questa breve pillola video (e gallery foto) e nella loro versione integrale faranno parte del video finale dei Paesaggi visivi e sonori di Orani.
Il museo nasce accessibile, ma nasce accessibile per tutti. E permette anche a chi non ha esigenze particolari di sperimentarlo e viverlo in maniera diversa. Toccare e sentire arricchisce l’esperienza di tutti.
PAESAGGI VISIVI E SONORI DI ORANI