Paesaggi visivi e sonori di Orani. Laboratorio sordità

Il secondo laboratorio sulla sordità del progetto Paesaggi visivi e sonori si è svolto a Orani presso il Museo

Il secondo laboratorio sulla sordità del progetto Paesaggi visivi e sonori si è svolto a Orani presso il Museo Nivola, gestito dalla Fondazione Costantino Nivola nata a Orani nel 1990 per iniziativa della Regione Sardegna, del Comune di Orani e della famiglia dell’artista.

Il laboratorio teorico-pratico di sensibilizzazione sulla sordità è stato pensato per offrire agli operatori museali una serie di conoscenze e competenze di base sul mondo della sordità.

Nel primo incontro si è approfondito il tema della sordità, la sua storia e le peculiarità che contraddistinguono la condizione delle persone sorde. La sordità è stata affrontata a trecentosessanta gradi per offrire agli operatori un panoramica quanto più completa, anche dal punto di vista della terminologia e della cultura sorda.

L’utilizzo della parola SORDO al posto di “sordo-muto” è un esmpio: la nostra interprete LIS Manuela ha spiegato agli operatori che il termine sordo-muto è stato ormai sostituito da “sordo”, questo perchè le persone sorde non sono mute, la loro difficioltà nel parlato deriva dall’essere cresciuti senza aver sentito la propria voce e le voci altrui; attraverso un adeguato percorso di logopedia molte persone sorde parlano come le persone udenti.

La sordità viene definita come una disabilità invisibile e il fatto che sia difficile individuare una persona sorda, se questa non si presenta come tale, crea non poche barriere comunicative. Molte di queste nascono dal fatto che molti servizi non sono adeguati alle disabilità sensoriali e determinati “aiuti” vengono attivati solo se ci si aspetta una visita da parte di persone sorde: nei musei, così come negli uffici pubblici e nei luoghi ricreativi. Questa è una problematica che riduce l’autonomia personale delle persone sorde.

La curiosità degli operatori si è poi concentrata sulla Lingua dei Segni: la lingua delle persone sorde, una vera e propria LINGUA con un forte ruolo sociale e culturale, che oltre ad aggregare i sordi connette anche il mondo della sordità con gli udenti permettendo a entrambi di entrare in relazione e comunicare, conoscendosi a vicenda. La Lingua dei Segni Italiana deriva dalla Lingua dei Segni Francese e ogni nazione ha una sua lingua dei segni, come per la lingua parlata. Partendo dal nome segno gli operatori hanno iniziato il loro viaggio nel mondo della LIS e nelle basi del suo alfabeto. Manuela ha insegnato agli operatori alcune forme semplici di benvenuto, indicatori su orari e prezzi, informazioni sugli spazi: tutte le indicazioni utili per accogliere una persona sorda la museo e permetterle di ricevere un benvenuto nella sua lingua.

Lo studio è proseguito nel corso del secondo incontro, al quale hanno partecipato due persone sorde: Luca Montisci e Michela Nuscis. Con loro è stato fondamentale il confronto sulle necessità e le esigenze di una persona sorda al museo: su ciò che il Museo Nivola offre in termini di visita accessibile e su cosa si potrebbe fare per migliorarne la fruibilità.

Michela è una campionessa di nuoto e la prima sommelier sorda in Italia. È sorda dalla nascita, in una famiglia dove sono tutti udenti. Dalla prima infanzia è stata seguita da logopedisti, educatori e insegnanti di sostegno fino al diploma al Liceo Artistico, si è iscritta all’Università ma non ha potuto avere il supporto di un interprete LIS e si è dovuta ritirare. La prima volta che ha gareggiato nel campionato italiano per sordi, a Roma, si è chiesta come avrebbe fatto a capire il momento della partenza: un segnale visivo, una luce posizionata ai blocchi di partenza, indica il via alle persone sorde. Questo è accaduto nei campionati di nuoto per persone sorde: in Sardegna è stato molto più difficile perchè Michela non è mai riuscita a ottenere il segnale visivo nelle gare ufficiali, e spesso i giudici si sono rifiutati di dare un segnale “fisico” con un segno delle braccia, al momento del via.

Luca Montisci lo abbiamo conosciuto nel corso dell’incontro pratico sulla sordità al Museo delle Maschere Mediterranee a Mamoiada. Luca è stato diagnosticato come sordo quando aveva 7 mesi. Ha frequentato l’istituto per sordi a Sassari e poi a Padova, dove ha frequentato le scuole medie e superiori e ha giocato a calcio in una squadra di sordi. A 20 anni è tornato in Sardegna e ha iniziato a giocare a calcio in una squadra di udenti, in seconda categoria, all’inizio è stato un po’ complicato coordinarsi con il resto della squadra e con gli allenatori e nel corso del campionato spesso rimaneva in panchina. La comunicazione è stata l’ostacolo principale, tanto che alla fine ha dovuto abbandonare la carriera calcistica a causa delle troppe barriere comunicative.

Dopo le presentazioni siamo entrati nel vivo della visita del Museo Nivola, attraverso le basi di Lingua dei Segni apprese durante il primo incontro gli operatori sono potuti entrare in contatto con Luca e Michela e si sono fatti consigliare su alcune tecniche da mettere in pratica in caso di visita al museo di persone sorde: parlare lentamente, scandire le parole in maniera chiara, permettere alla persona sorda di leggere il nostro labiale. Indicare le opere che si stanno descrivendo e attirare l’attenzione sui particolari, conoscere i segni descrittivi legati alle opere di Nivola e alle tecniche da lui utilizzate sarebbe poi l’ideale.

In Italia la Lingua dei Segni Italiana è ancora in una fase di sviluppo, questo perchè nel lontano 1880 fu proibita e rimase tale fino al 1975: 42 anni di inutilizzo che ne hanno limitato l’evoluzione e che lentamente si sta riprendendo ora grazie all’impegno della comunità sorda e non solo. Ad oggi infatti il Parlamento italiano non ha ancora riconosciuto la LIS come una lingua, e si tratta dell’unico paese in Europa a non averlo fatto. Il risultato di queste 10 ore di lavoro sulla sordità sono riassunte in questa breve pillola video, e nella loro versione integrale faranno parte del video finale dei Paesaggi visivi e sonori di Orani.

Noi italiani siamo abitati a “gesticolare”, però “segnare” è qualcosa di più impegnativo. Abitualmente usiamo un sistema comunicativo fono-acustico mentre qua iniziamo ad usare quello mimico-testuale, ed è completamente diverso: abbiamo attivato un’altra parte del nostro cervello!

 

 

 

PAESAGGI VISIVI E SONORI DI ORANI

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Progetto realizzato con i Contributi regionali a sostegno dell’associazionismo di promozione sociale – Annualità 2016 – della Regione Autonoma della Sardegna e co-finanziato dall’associazione di promozione  sociale Inmediazione con il bando fUNDER35 della Fondazione Cariplo.

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