L’edizione 2018 dei Paesaggi visivi e sonori è iniziata dal Museo dell’Ossidiana di Pau gestito dall’Associazione Menabò nel piccolo centro della Marmilla ai piedi del Monte Arci, in provincia di Oristano.
Il museo racconta e accompagna i visitatori alla scoperta delle origini del suo territorio, famoso per la produzione dell’oro nero dell’antichità: l’ossidiana. Il percorso museale è interamente improntato al coinvolgimento diretto del visitatore nella storia della roccia vulcanica e del territorio che la ha prodotta, con supporti fissi dedicati all’approfondimento: mappe, fotografie, supporti audiovisivi a proiezione continua e poi una parte ancora più “interattiva” con videoclip e basi sonore che invitano il visitatore al contatto visivo, tattile ed esperienziale con l’ossidiana, dalle origini fino alle sue numerose lavorazioni.
Il format arricchito di questa edizione dei Paesaggi visivi e sonori prevede che ai laboratori di sensibilizzazione si affianchi la realizzazione di percorsi guidati accessibili. A Pau il museo propone ai visitatori un percorso sul campo, sul Monte Arci, lungo i sentieri dell’ossidiana verso le più grandi officine di scheggiatura del Mediterraneo, a contatto con la natura e con la storia di questo territorio.
Lab disabilità visive | Consigli per la visita
Lab sordità | Consigli per la visita
Video resoconto
I Paesaggi visivi e sonori di Pau iniziano con il laboratorio di cultura accessibile per le disabilità visive dedicato alle operatrici dell’associazione Menabò che gestisce il museo: Giulia Balzano, Maria Cristina Ciccone e Manuela Urracci. Anche quest’anno alla guida del laboratorio c’è la nostra collega Antonietta Di Leo, grazie alla collaborazione con l’Associazione Integrattivando APS e con l’indispensabile supporto degli amici dell’Associazione Nazionale Privi della Vista e Ipovedenti (ANPVI) di Cagliari: Antonello Lai e Monica e Paola Taula.
Insieme a tutti i partecipanti al laboratorio sulle disabilità visive abbiamo valutato con le operatrici del museo tutti gli accorgimenti sull’esperienza tattile della visita. Alcuni di questi in comune con la visita per le persone sorde. Per esempio l’illuminazione delle sale del museo, la possibilità di toccare le rocce e i vetri di cui la guida racconta le caratteristiche, l’esperienza tattile degli strumenti di scheggiatura di cui si parla e delle opere in ossidiana che chiudono la mostra. Il Museo dell’Ossidiana dispone anche di una serie di supporti in braille – il sistema di scrittura e lettura in rilievo per non vedenti e ipovedenti – che descrivono la storia del Monte Arci, l’origine dell’ossidiana, usi ed evoluzioni dell’oro nero.
Grazie alla consulenza di Monica e Paola offriamo alle operatrici alcune indicazioni utili sull’uso e la disposizione dei supporti braille nelle sale. Con loro inoltre mettiamo a punto il percorso guidato accessibile che ci condurrà alla scoperta del sentiero de Sa Scaba Crobina, e dopo la progettazione di Nina e delle operatrici passiamo al test sul campo dell’accessibilità del percorso per persone cieche e ipovedenti.
Lungo il sentiero dell’ossidiana ci rendiamo conto con maggiore chiarezza che per una buona esperienza tattile la guida dovrebbe facilitare al visitatore la scoperta delle singole pietre e delle loro caratteristiche. Come? Per esempio prestando molta attenzione alle mani delle persone cieche e ipovedenti, accompagnandole – anche manualmente – onde evitare che si perdano dei particolari utili alla visualizzazione di quanto gli viene raccontato a parole.
Un’altra tecnica importante riguarda l’abilità nelle descrizioni degli spazi e luoghi in cui ci si trova, l’orientamento è fondamentale perchè le persone con disabilità visiva possano ambientarsi e adattarsi alle specificità del percorso: in questo caso si tratta di un percorso all’aperto, in pendenza, lungo una strada sterrata coperta di ossidiana.
E sempre in tema di descrizioni, l’immaginazione e la memoria visiva delle persone cieche e ipovedenti permette ad alcune di loro di visualizzare quanto gli viene raccontato e vivere un’esperienza culturale ancora più appagante. Per renderla tale è necessaria particolare attenzione ai dettagli del racconto: i tempi della visita devono essere sempre accompagnati dalla modalità tattile. Il tatto permette al visitatore cieco o ipovedente di fare esperienza degli oggetti e dell’ambiente che gli vengono descritti.
Infine, seppur nella maggior parte dei casi le persone cieche e ipovedenti arrivano al museo accompagnate, sarebbe buona norma permettere loro di seguire la visita nella sua completezza, il più possibile in maniera autonoma. Per far ciò l’operatore culture del museo può mettere in pratica un accorgimento su tutti: accompagnare fisicamente il gruppo spostandosi tra le persone, per favorire anche fisicamente il contatto con la collezione – con l’ossidiana in questo caso – e per non perdere l’orientamento nello spazio.
I Paesaggi visivi e sonori di Pau sono proseguiti con il laboratorio di cultura accessibile per la sordità guidato dalle nostre Interpreti LIS Maria Paola Casula e Manuela Medau.
Dopo un primo inquadramento storico e legislativo dedicato alla sordità, tra cui il chiarimento sull’uso corrente del termine “sordo”, in sostituzione di “sordo-muto”, questione particolarmente importante dal punto di vista culturale e di integrazione delle persone sorde nella società. Si parla poi del mancato riconoscimento in Italia della LIS quale “lingua” – come accaduto quasi in tutta Europa.
Nel corso del laboratorio sordità abbiamo offerto alle operatrici culturali del museo anche alcune basi della Lingua dei Segni Italiana. Quest’anno con un’insegnante d’eccezione: Alessandra Mura.
Alessandra ci accompagna dall’inizio del progetto nel 2017 e quest’anno – insieme a Manuela e Maria Paola – ha il ruolo di formatrice LIS.
Anche quest’anno l’associazione Inmediazione mi ha coinvolto nei Paesaggi visivi e sonori. Un progetto a me molto caro perché l’idea di creare percorsi guidati accessibili alle persone sorde nei musei del territorio sardo è fondamentale, anzi urgente. A maggior ragione quest’anno sono entusiasta perché il progetto offre la possibilità alle persone sorde di conoscere un tesoro naturale, quale è l’ossidiana, attraverso la Lingua dei Segni Italiana.
Con Alessandra vengono introdotte alcune indicazioni utili all’accoglienza delle persone sorde al museo, insieme ad alcuni dei segni più importanti: alfabeto, formule di saluto, numeri, indicazioni e segni dedicati al museo: “il prezzo del biglietto è di…”, “gli orari di apertura del museo sono…”; il segno per indicare il Museo dell’Ossidiana, ideato per l’occasione.
Dopo questa infarinatura di basi di LIS e accoglienza al museo per persone sorde passiamo alla fase più pratica di progettazione del percorso guidato accessibile che dal museo condurrà i nostri amici sordi verso il sentiero dell’ossidiana lungo Sa Scaba Crobina. Insieme ad Alessandra abbiamo testato l’accessibilità dell’esperienza museale sul campo. Con l’indispensabile e attenta guida di Giulia e Cristina siamo partiti dall’osservazione visiva e tattile di un nucleo di ossidiana, abbiamo cercato sul terreno le schegge di oro nero, e imparato a distinguere al tatto gli scarti di lavorazione dall’ossidiana più recente e meno pregiata archeologicamente parlando.
Le indicazioni di Alessandra sono state preziose per una visita “visiva”, supportata dalla LIS, ma anche molto tattile alla scoperta delle singole pietre e delle loro caratteristiche, con particolare attenzione allo sguardo delle persone sorde per mantenerne viva l’attenzione.
Le persone sorde sono infatti molto pratiche per via del canale comunicativo che utilizzano, ed è per questo che hanno la necessità di vedere/guardare ciò che viene spiegato. I loro tempi sono più dilatati e nel corso della visita devono trovare lo spazio temporale per osservare quanto gli viene indicato e raccontato, e poi tornare con lo sguardo su guida e interprete. Questo sfasamento è stato probabilmente la difficoltà più importante riscontrata dalle nostre amiche operatrici del Museo dell’Ossidiana.
Un altro accorgimento riguarda la possibilità di fermarsi e interrompere la visita quando uno dei visitatori si gira ad osservare ciò che gli è appena stato detto. In questi momenti è fondamentale che la guida attenda che la persona sorda riprenda a guardarla e a seguire l’interprete; eventualmente anche ripetendo quanto detto. Infine, essendoci nel corso delle visite guidate sul nostro territorio tutta una serie di nomi di località in sardo, l’indicazione è quella di provare a dare una traduzione in italiano (quando esiste!) per far comprendere al meglio il suo significato. Le persone sorde che vivono in Sardegna conoscono qualche termine termine in lingua sarda, ma non ne hanno padronanza.
Ciò che più conta, in generale, è l’accoglienza. Quindi il rispetto dei tempi dei visitatori e l’attenzione visiva che anche per le persone con disabilità sensoriali è indispensabile per una buona comunicazione tra guida e visitatore. E come ci ha detto Alessandra:
Le persone sorde chiedono chiedono sì servizi accessibili, interpretariato, video-guide… ma vorrebbero anche qualcosa in più: l’accoglienza!
Sentirsi accolti non come esseri speciali ma come esseri umani che vogliono conoscere e accedere alla cultura senza difficoltà. Questo era ciò che volevo trasmettere ai corsisti, e con mia grande sorpresa durante le lezioni di pratica LIS le partecipanti hanno dimostrato, oltre alla notevole attenzione e partecipazione, una sensibilità culturale e umana inusuale: hanno anticipato le mie intenzioni chiedendomi come potevano accogliermi al meglio possibile e interrogandomi sulle abitudini delle persone sorde. Quindi quello che volevano non era solo conoscere la LIS, ma capire la cultura sorda.
L’ossidiana è stata visualizzata, posizionata e descritta ai nostri amici ciechi, ipovedenti e sordi con le sue storie, forme e colori… e grazie a questa esperienza e al coinvolgimento del Museo dell’Ossidiana, del Comune di Pau e dell’Associazione Menabò è stato possibile arricchire ancora la proposta del museo e gli strumenti del progetto di accessibilità cultura Paesaggi visivi e sonori con la realizzazione di una serie di video-guide in LIS con audio-descrizione che favoriranno la piena accessibilità culturale del museo, favorendo la piena fruibilità della storia dell’ossidiana del Monte Arci per tutte le persone con disabilità sensoriale.
Di seguito il resoconto video dell’esperienza dei Paesaggi visivi e sonori di Pau al Museo dell’Ossidiana. Buona visione!
PAESAGGI VISIVI E SONORI DELLA SARDEGNA | LAB PAU
Progetto realizzato con i Contributi regionali a sostegno dell’associazionismo di promozione sociale – Annualità 2017 – della Regione Autonoma della Sardegna.