Paesaggi visivi e sonori di Cagliari. Laboratorio disabilità visive

Il terzo laboratorio sulle disabilità visive del progetto Paesaggi visivi e sonori si è svolto a Cagliari presso le strutture cittadine

Il terzo laboratorio sulle disabilità visive del progetto Paesaggi visivi e sonori si è svolto a Cagliari presso le strutture cittadine del Polo museale della Sardegna: il Museo Archeologico e la Pinacoteca Nazionale.

Il laboratorio teorico-pratico di sensibilizzazione sulle disabilità visive ha offerto ai partecipanti una panoramica sulle disabilità visive, ponendo l’accento sulla molteplicità e non su una sola tipologia di disabilità. Nell’immaginario comune spesso la persona cieca è quella con il bastone bianco e qualche volta con il cane guida. E l’ipovedente? Una parola molto spesso sconosciuta, entrata nel vocabolario italiano relativamente da poco. La legge 138/2001 infatti ci permette di classificare l’ipovisione come grave, medio grave e lieve e la cecità come totale e parziale: non esiste infatti una sola disabilità visiva.

Anche nel caso del laboratorio sulle disabilità visive a Cagliari abbiamo pensato di approfondire la parte pratica con una sezione dedicata al racconto della quotidianità di persone cieche e ipovedenti e al loro rapporto con la cultura e i musei – come successo per il laboratorio sulla sordità nel corso dell’incontro con Alessandra e Franco.

Per l’occasione abbiamo avuto il piacere di avere con noi Antonello Lai e Adamo Pitzianti dell’ANPVI Cagliari – Associazione Nazionale privi della vista e ipovedenti.

Quali accorgimenti può adottare un museo per accogliere delle persone cieche e ipovedenti?

Adamo è cieco dall’età di 10 anni e ci racconta di quanto sia diversa l’esperienza di una persona cieca dalla nascita ed una persona diventata cieca successivamente. La prima ha la necessità di crearsi una sua esperienza di ciò che lo circonda, guidata principalmente dall’immaginazione e con riferimenti soggettivi che si rifanno alle sue sensazioni ed emozioni. Una persona diventata cieca invece ha avuto un’esperienza del mondo, dei colori, delle sfumature e può in qualche modo rifarsi a ciò che ricorda per interpretare la sua “visione” della realtà.

dopo 40 anni che ho perso la vista ho ancora vivi i colori nella mia testa, sia che si parli di accessibilità alla cultura o di un’attività quotidiana come il vestirsi e l’arredare casa: io ho conosciuto i colori e ho quindi un’idea nitida delle immagini. Fortunatamente ho saputo conservare vivi i colori dei miei ricordi ed oggi che non vedo neanche le ombre e non ho alcuna percezione visiva della luce, riesco ad interpretare i colori e le sfumature, se mi vengono descritte accuratamente: che si tratti di un quadro, un disegno o una scultura.

Antonello è cieco dall’età di 45 anni a causa della retinite pigmentosa, una malattia dell’occhio che degenera molto lentamente. Anche nel caso di Antonello c’è un certo bagaglio visivo e la sua interpretazione di ciò che gli viene descritto si rifà all’esperienza da vedente. Per una persona cieca è molto importante farsi un’idea dell’ambiente che lo circonda: in casa, in ufficio, al museo. In uno spazio museale è ancora più importante farsi un’idea della disposizione dei reperti: se c’è un percorso temporale, se è legato ad un luogo geografico di ritrovamento e alla loro datazione. Il tatto è molto importante perle persone cieche e ipovedenti ma non è necessario poter toccare tutto, soprattutto quando ci sono persone che si sforzano di descrivere accuratamente gli ambienti e gli oggetti.

spesso non serve tanto soffermarci sui particolari, se non sono necessari, ma è importantissimo capire il contesto nel quale ci si trova e nel caso del museo comprendere il contesto dei reperti che si stanno scoprendo.

Quando si entra in un ambiente è molto importante per le persone cieche avere un’idea delle dimensioni, degli spazi e del tipo di ampiezza che le circonda.

la descrizione di un ambiente, le sue dimensioni, la sua forma, l’altezza del soffitto: non si tratta di dati precisi ma di offrire un’immagine dell’ambiente che ci permetta di partire da un punto della stanza per percorrere lo spazio con la nostra mente.

Per i Paesaggi visivi e sonori di Cagliari, a conclusione delle 10 ore di lavoro sulle disabilità visive tra il Museo Archeologico e la Pinacoteca abbiamo realizzato una piccola visita guidata tattile alla scoperta del percorso ideato dal Museo Archeologico con reperti maneggiabili e tutti da esplorare col tatto e una mattinata di simulazione di una visita guidata per una persona cieca alla Pinacoteca Nazionale tra i retabli lignei della collezione. In quest’occasione gli operatori hanno potuto testare alcune strategie consigliate nel corso degli incontri dedicati alle disabilità visive.

La preparazione e l’attenzione degli operatori è la miglior forma di accessibilità per un museo, migliorano il tutto la possibilità di toccare le opere e la disponibilità di modelli tattili.

Di seguito una gallery di immagini dei tre incontri dedicati alle disabilità visive. (in aggiornamento)

 

PAESAGGI VISIVI E SONORI DI CAGLIARI

Per proporre la realizzazione del progetto all’interno del vostro museo o luogo di cultura contattateci paesaggi@inmediazione.org3200934735
Progetto realizzato con i Contributi regionali a sostegno dell’associazionismo di promozione sociale – Annualità 2016 – della Regione Autonoma della Sardegna e co-finanziato dall’associazione di promozione  sociale Inmediazione con il bando fUNDER35 della Fondazione Cariplo.

    Logo Regione Autonoma della Sardegna Regione Autonoma de Sardigna - Assessoradu de s'igiene e sanidadi e de s'assiténtzia sotziale - Assessorato dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale